Luca Telese

Luca Telese

Sono nato a Cagliari nell’anno dello scudetto ma cresco a Roma.
Credo – immodestamente – di essere uno dei più grandi esperti di comunicazione politica.

COME COMUNICA, SE COMUNICA UN LEADER

 Inizio il mio percorso professionale come giornalista politico.

Ho scritto – con diverse mansioni – per un numero di quotidiani che riletto oggi mi lascia incredulo: il Messaggero (il primo giornale in cui ho lavorato, a 18 anni), l’Unità, il Manifesto, il Foglio, il Giornale, Il Corriere della sera, Libero e – da ultimo – La Verità.
Credo che l’intervista sia uno dei lavori più nobili e gratificanti nella carta stampata, e in questo filone mi sono esercitato per un paio di decenni su Sette, Panorama e Vanity Fair.

In televisione sono stato autore di programmi seri come Batti e ribatti, e splendidamente demenziali come Cronache Marziane, mi sono fatto le ossa con Piero Chiambretti e Carlo Freccero, a Chiambretti c’è, ma anche a Mediaset.

Il primo programma che ho condotto – con Maria Giovanna Maglie e Gigi Moncalvo – è stato su Raidue e si chiama Confronti. Poi ho iniziato sul satellite con Parenti Serpenti, e Planet 430, fino a Tetris, che abbiamo definito “il primo surreality” della TV italiana (e fu, incredibilmente, un programma veramente innovativo.

A La7 ho condotto per tre anni In onda (prima con Luisella Costamagna e poi con Nicola Porro). Su Canale 5 ho condotto per tre anni Matrix. Sto preparando una prima serata di Cronaca per La7. Ho scritto sei libri, tutti ragionevolmente documentati, uno quasi ai confini con la narrativa (“La Marchesa, la villa è il Cavaliere”), un pamphlet (“Gioventù amore e rabbia”) e due saggi storici che per me sono stati molto importanti: uno sugli anni di piombo e sull’identità della destra (“Cuori neri”) e uno sull’identità della sinistra e la fine del Pci (“Qualcuno era comunista”).

Ho conosciuto mia moglie in uno studio televisivo e mio figlio Enrico è nato nel 2006, mentre conducevo una puntata di Omnibus.

Mi piace fare la doccia calda la mattina ascoltando musica a volume sparato, possiedo un Maggiolino d’epoca che ha la mia età, amo il calcio, gestisco con orgoglio una rubrichetta settimanale sul Corriere dello Sport, credo che i Beatles dovrebbero essere insegnati alle elementari, amo Primo Levi e Peter Gabriel.

 

La fabbrica in pillole